Tavolo Tematico - Formare le generazioni future: strategie per l'educazione alla sostenibilità

Formare le generazioni future: strategie per l'educazione alla sostenibilità
| Sustainability & Education | Formare cittadini responsabili e consapevoli: le strategie e le migliori pratiche per integrare l'educazione alla sostenibilità nel sistema educativo.

WELL WEEK - FORUM SOSTENIBILITÀ 2024

Tavolo Tematico | Sustainability & Education |

 

FORMARE LE GENERAZIONI FUTURE: STRATEGIE PER L'EDUCAZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ

 

La discussione sviluppata all'interno del Tavolo Tematico ha avuto l’obiettivo di raccogliere spunti e riflessioni su come le aziende possano contribuire all’educazione alla sostenibilità delle nuove generazioni; così da poter individuare trend e dinamiche ricorrenti nei processi di engagement, considerati punti chiave verso un target così complesso e sensibile.

 

I partecipanti hanno innanzitutto convenuto sulla strategicità di un commitment di impresa in questo ambito, quale drive importante sul piano della reputazione e della cittadinanza di impresa.

 

Da sottolineare in questo quadro, come tutti i partecipanti abbiano segnalato di aver già attivato da tempo progettualità strategiche e tattiche rivolte al pubblico dei giovani e che questa visione di impegno è destinata a consolidarsi in futuro. 

 

Tra gli elementi di partenza si è messo in luce che, al netto di una polarizzazione tra cosiddetti “green enthusiast” come maggior parte e “indifferenti”, in linea di massima i giovanissimi sono "nativi" sostenibili. Quello che fa la differenza è quindi in primo luogo la capacità di saperli attivare in modo fattivo e al contempo paritario (ad esempio nel caso di progettualità tra imprese e università) e con ritorni che siano quanto più possibili tangibili/percepibili.

 

Molto importante al riguardo, il privilegiare modalità inclusive anche in chiave di intergenerazionalità. Questo vuol dire intendere la sostenibilità anche nella sua accezione sociale e di guardare ad essa come mentoring tra generazioni. E ciò in un'ottica bidirezionale: il senior verso il giovane, si pensi solo al tema dell’educazione al senso del limite e al consumo sostenibile, ma anche viceversa, in una contaminazione che può arricchire l’impresa migliorandone empatia, capacità di ascolto, coerenza comportamentale.

 

Del resto è proprio il versante dei comportamenti (don't tell me show me) quello a cui il target giovanile riserva maggiore attenzione, anche se non sempre con un livello adeguato di competenza, con una richiesta più o meno implicita all’impresa di dimostrare coerenza e commitment autentico.

 

Qui si aprono dinamiche promettenti: da un lato l'impresa può contribuire a trasferire competenze e capacità di discernimento nei più giovani - empowerment - e a contrastare il problema dell'information overload che li investe; dall’altro i giovani possono sfidare l'azienda ad un impegno fattuale e non circoscritto alle sole dinamiche del proprio perimetro di business e ad essere a tutti gli effetti accountable.

 

Fatte salve tutte queste specificità, che richiedono un supplemento in più di cautela e sensibilità da parte dell’impresa, l’educazione e l’engagement delle nuove generazioni è indubbiamente un'opportunità per loro. Anche perché si tratta di un pubblico in linea di massima sempre motivato a confrontarsi quando non ad attivarsi nella ricerca di soluzioni o nuovi comportamenti più sostenibili per la collettività. Ma saperli ingaggiare richiede forte capacità di ascolto e creatività e un'autentica volontà di costruire ponti di alleanza tra generazioni, in uno sforzo di reciproca comprensione e contaminazione.

 

Decisivo anche non dimenticare che molto spesso i giovanissimi sono anche parte della popolazione aziendale. In questo caso è ancora più importante interagire e comunicare in modo non astratto e in un'accezione positiva che mitighi il senso di ansia, spesso legato ai macro fenomeni ambientali. Molto efficace anche la valorizzazione di progettualità strutturate, rivolte agli stakeholder interni, con l’istituzione di Ambassador o Branded Team interni e l’onboarding dei neo assunti.

 

Il gruppo ha infine richiamato la necessità di non penalizzare le fasce di età più giovani e quindi di puntare anche a target meno raggiungibili e più trascurati - si pensi a quello della scuola elementare o a quei giovani che hanno abbandonato gli studi o il percorso universitario - e di mantenere quanto più possibile intuitivo e fattivo il legame tra determinate progettualità o campagne con il territorio di riferimento.

 

E' il caso ad esempio di servizi o prodotti riconducibili a filiere locali o ad iniziative che possono impattare e coinvolgere anche le famiglie di provenienza o le comunità nel loro complesso, facendole sentire parte attiva nel poter contribuire alla gestione di problematiche ambientali di prossimità.  

 

Ha moderato: Caterina Banella, Owner di ValueCommunications.

Interventi di:

Vincenzo Cangiano, Responsabile Salute e Sicurezza sul Lavoro, Sostenibilità Ambientale e Certificazioni in Arbizzi.

Luca Cassani, Corporate Sustainability Manager in Epson Italia.

Eleonora Cecchetti, Sustainability Specialist in Save the Duck.

Mara De Donato, Responsabile Comunicazione e Corporate Social Responsibility in GORI.

Marco Di Pilla, CEO & Co-founder di Be-Boost.

Kristin Engvig, Founder & CEO di WIN & WIN Conference.

Andrea Ferrari, Corporate Sustainability Manager in Theras Group.

Stella Gubelli, Amministratore Delegato di ALTIS Advisory Srl SB e Docente a Contratto di Economia Aziendale Facoltà di Economia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore.

Lisa Knobel, ESG Executive in Kerten Hospitality.

Cristian Paravano, Director e Board Member di Gatto Group.