Tavolo Tematico - Trasformare la formazione aziendale attraverso la tecnologia: cosa si è fatto, cosa si può fare

Trasformare la formazione aziendale attraverso la tecnologia: cosa si è fatto, cosa si può fare
| Learning e Digital Transformation | In collaborazione con Gility

WELL WEEK - LEARNING FORUM 2024

Negli ultimi anni, la formazione aziendale ha vissuto una vera e propria rivoluzione, guidata dall’avvento della tecnologia e dall'evoluzione delle esigenze delle aziende. Ma, come spesso accade durante i processi di cambiamento, la sfida non sta solo nell’adattarsi a nuove modalità, ma anche nel far sì che queste innovazioni producano risultati concreti e misurabili.

Durante il Learning Forum 2024 organizzato da Comunicazione Italiana si è tenuto il tavolo tematico "Learning & Digital Transformation" moderato da Flavio Molinari, CSO & Co-Founder di Gility. HR e Learning Expert di diversi settori hanno condiviso le loro esperienze e riflessioni su come la tecnologia stia trasformando la formazione aziendale, cosa è stato fatto finora e cosa ancora può essere migliorato.

In questo articolo analizziamo le riflessioni emerse e i casi di successo analizzati.

Formazione e onboarding aziendale

Donatella Rampado, Direttore del Personale di Ristopiù, ha discusso la formazione nel percorso di onboarding per le nuove risorse aziendali. La priorità attuale è tutelare le nuove risorse facilitando il loro processo di inserimento in azienda. A tal fine, è fondamentale definire uno standard chiaro di informazioni e competenze che ogni nuovo collaboratore deve acquisire per svolgere efficacemente il proprio lavoro. Il percorso di onboarding è strutturato in due flussi principali: e-learning ed esperienziale.

E-learning: Questo flusso è focalizzato sulla definizione di mission, vision e la presentazione di una panoramica delle diverse business line dell'azienda. Ogni corso si conclude con un test di apprendimento per verificare la comprensione dei contenuti.

Esperienziale: Questo approccio è finalizzato all'acquisizione di competenze tecniche specifiche per la funzione svolta dal collaboratore. Anche in questo caso, al termine del percorso è previsto un test di valutazione. Un elemento fondamentale di questo processo è la figura del coach, che accompagna e supporta il nuovo collaboratore durante tutto il percorso di inserimento, garantendo una corretta integrazione e il raggiungimento degli obiettivi formativi.

Identificare il gap di competenze: Il caso di Lutech

Alessandro Rossi, Head of Workforce Management and Transformation di Lutech, ha portato all’attenzione un tema cruciale per molte organizzazioni: l’identificazione del gap e del mismatch di competenze. In un contesto in cui le risorse – sia economiche che temporali – sono sempre più limitate, diventa vitale comprendere quali competenze mancano all'interno dell'azienda e quali possono essere migliorate o acquisite. Il processo parte da un’attenta analisi delle competenze già in possesso, fino alla costruzione di un piano formativo su misura per colmare le lacune. Rossi sottolinea inoltre l’importanza di far comprendere alla dirigenza il valore strategico della formazione. Le competenze dei dipendenti non sono solo una questione di sviluppo personale, ma rappresentano un vero e proprio asset per l’azienda, in grado di influenzarne la competitività e la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato.

Il mantenimento delle competenze e l'acquisizione di nuove skill

Un punto chiave evidenziato da Stefania Cardinali, Communication Manager in Unveil Consulting è stato il bilanciamento tra il mantenimento delle competenze già acquisite e l'acquisizione di nuove skill. In un mondo in cui le tecnologie e i metodi di lavoro cambiano rapidamente, è fondamentale non solo introdurre nuove competenze, ma anche preservare quelle che sono già essenziali per le performance aziendali. Le aziende devono dunque affrontare la sfida di creare percorsi formativi che aiutino i dipendenti a restare al passo con le evoluzioni senza disperdere ciò che hanno già imparato.

La tecnologia come driver di cambiamento

Un aspetto che è emerso chiaramente dagli interventi dei relatori è che la tecnologia non è solo uno strumento per migliorare i processi formativi, ma un vero e proprio driver di trasformazione. Massimiliano Fiorelli, Head of Corporate Academy di Modula, ha sottolineato come la progettazione di un percorso formativo debba essere vista da due prospettive: quella dell’ente formativo, che fornisce le competenze, e quella dell’azienda prospect, che le riceve. La tecnologia ha reso possibile una collaborazione più fluida tra queste due realtà, permettendo di creare percorsi formativi più personalizzati e mirati.

L'ascolto delle risorse: Il ruolo dell’intelligenza artificiale

Laura Ducci, Sales Director di Piazza Copernico, ha invece posto l’attenzione su un altro aspetto fondamentale: l’ascolto delle risorse. L’Intelligenza Artificiale (AI) può giocare un ruolo cruciale nell’analisi dei fabbisogni formativi e nel monitoraggio continuo delle esigenze dei dipendenti. Attraverso l’AI, è possibile non solo raccogliere dati, ma anche interpretare i desideri e le necessità delle risorse, creando un dialogo più stretto tra azienda e dipendenti. Questo approccio permette di costruire percorsi formativi sempre più in linea con le aspettative e gli obiettivi dei lavoratori.

Il Modello Sinergy: mappare le competenze in sanità

Un esempio concreto di come la tecnologia possa migliorare la formazione e la gestione delle competenze arriva dal mondo della sanità. Francesco Pittella, Direttore delle Professioni Sanitarie presso l'IRCCS Policlinico San Donato, ha raccontato l’esperienza del "Sinergy Model", un progetto avviato prima del Covid-19 per mappare le competenze del personale sanitario. Questo modello operava su tre livelli – base, intermedio e senior – e si proponeva di matchare automaticamente il professionista più adatto con le esigenze del paziente. Il processo di mappatura includeva la lettura dei CV, l’autovalutazione delle risorse e la valutazione da parte dei supervisori. Questo progetto, che ha permesso di mappare oltre 1.000 professionisti, è stato interrotto a causa della pandemia, ma rappresenta un esempio significativo di come la tecnologia possa essere impiegata per migliorare la gestione del personale in ambiti complessi come quello sanitario.

Il Futuro della formazione: tecnologia e dati

Guardando al futuro, Alessandro Rossi ha posto l’accento su come la tecnologia potrà impattare sempre di più sulla formazione aziendale. Non si tratta solo di investire in nuove tecnologie, ma di fare in modo che queste vengano implementate e utilizzate efficacemente all'interno delle aziende. Lavorare sui dati, come evidenziato da Rossi, è fondamentale per creare un linguaggio comune che possa essere utilizzato non solo all'interno dell’azienda, ma anche all'esterno. In questo contesto, l’AI può giocare un ruolo chiave, aiutando a identificare iper-competenze tecniche, che combinano sia hard che soft skills, e permettendo una gestione più precisa e strategica delle risorse.

Analisi dei dati e intelligenza artificiale

La trasformazione digitale della formazione aziendale è un percorso complesso, che richiede l’impegno congiunto di aziende, formatori e tecnologie avanzate. Mentre le aziende stanno già facendo passi avanti nell’identificazione delle competenze e nella progettazione di percorsi formativi personalizzati, il futuro risiede nella capacità di integrare sempre più la tecnologia nei processi decisionali e nella gestione delle risorse. L’Intelligenza Artificiale e l’analisi dei dati saranno i driver che permetteranno alle aziende di creare piani formativi sempre più precisi e allineati con le esigenze dei dipendenti, garantendo così una maggiore competitività sul mercato.

Ha condotto: Flavio Molinari, CSO & Co-Founder / Gility.

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